TERZA PARTE
Il principale tra i diritti morali è il diritto alla paternità dell'opera (art. 20 legge DA), ovvero il diritto dell'autore ad essere riconosciuto come tale nei confronti dell'opera stessa. Tale diritto, come gli altri diritti morali, è inalienabile (cioè l'autore non ne può esserne privato, nemmeno con il suo consenso), e valido senza limiti di tempo (artt. 22-23 legge DA). Questo significa che, anche se i diritti di sfruttamento economico dell'opera sono scaduti (ovvero, l'opera è divenuta di pubblico dominio) tuttavia il diritto alla paternità persiste.
Consideriamo, ad esempio, la Divina Commedia di Dante Alighieri: poiché dalla morte del poeta sono trascorsi più di 70 anni, i diritti di utilizzazione economica, come abbiamo già visto nell'ultimo articolo, sono scaduti, quindi, se voglio, posso copiare, tradurre o stampare, tutta o in parte, la Divina Commedia; tuttavia, poiché i diritti morali si estendono senza vincoli di tempo, debbo sempre riconoscerne la paternità a Dante, cioè non posso dire di averla scritta io!
Un altro diritto morale è quello all'integrità dell'opera, sancito anch'esso dall'art. 20 della legge DA, che recita: " (...) l'autore conserva il diritto (...) di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione". Le modificazioni a cui si riferisce questo articolo sono soltanto quelle che fanno apparire l'opera e/o il suo autore in modo diverso da come sono realmente; non ci si riferisce a quelle modifiche che lasciano inalterato il senso dell'opera originaria (come può essere un riassunto o una selezione di brani significativi).
Il modo migliore per capire questo concetto è ricorrere ad un esempio, tratto nientemeno che dalla Bibbia: consideriamo il Salmo 53 (scritto dal re Davide) di cui riporto solo i primi versi di una traduzione italiana:
"Dio non esiste".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli,
nessuno fa il bene.
Dio dal cielo si china sui figli dell'uomo
per vedere se c'è un uomo saggio che cerca Dio.
(...)
Altri diritti morali sono il diritto di inedito (art. 24 legge DA), ovvero la facoltà dell'autore (o dei suoi eredi) di decidere quando e se pubblicare la propria creazione, e il diritto di ripensamento (art. 2582 del Codice Civile), che prevede la possibilità di ritirare dalla circolazione un'opera quando intervengano gravi ragioni morali, ad esempio nel caso in cui un autore abbia scritto un testo per propagandare una certa ideologia politica ed abbia, in un secondo momento, mutato le proprie idee. Quest'ultimo caso merita una precisazione: abbiamo visto, infatti, nell'ultimo articolo, che l'autore perde il controllo degli esemplari venduti, quindi, se si acquista un libro e l'autore di quest'ultimo, successivamente, esercita il diritto di ripensamento, si rimane legittimi proprietari di quella copia regolarmente acquistata.
In questo articolo e nei due precedenti, abbiamo esaminato per sommi capi la normativa sul diritto d'autore; nei prossimi articoli vedremo come applicare tutto ciò per tutelare le nostre opere, in modo particolare quelle pubblicate sul web.
A presto
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