martedì 24 marzo 2009

Aspetti legali si un sito web - Diritto d'Autore (6)

Nei precedenti post dedicati al Diritto d'Autore, dopo aver esaminato, a grandi linee, quanto è previsto dalla legge, abbiamo visto come tutelare le nostre opere: in particolare, ci siamo occupati di come ottenere una prova, di valore legale, della paternità della nostra creazione e di come applicare una licenza Creative Commons alle opere che decidiamo di pubblicare sul web. In questo articolo (e nel successivo, che pubblicherò tra qualche giorno) vedremo, invece, come utilizzare (quando è possibile) le opere di altri senza lederne i relativi diritti.

Nel caso in cui l'autore si riservi solo alcuni dei diritti di sfruttamento economico, ad esempio tramite l'applicazione di una licenza Creative Commons, certamente possiamo utilizzare liberamente la sua creazione, a patto di rispettare le limitazioni imposte dalla licenza: in tal caso, è l'autore stesso che stabilisce espressamente quali usi possiamo fare della sua opera.

Tuttavia, anche nel caso in cui l'autore si riservi tutti i diritti, ci sono alcuni utilizzi dell'opera che ci vengono garantiti, in deroga a quanto previsto dalla legge. Queste possibilità, chiamate utilizzazioni libere, sono descritte nell'art. 70 della legge n. 633 del 1942 (legge sul Diritto d'Autore, che indicherò brevemente, come già nei precedenti articoli, legge DA), che riporto integralmente:

1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.
1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma.
2. Nelle antologie ad uso scolastico la riproduzione non può superare la misura determinata dal regolamento, il quale fissa la modalità per la determinazione dell'equo compenso.
3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla menzione del titolo dell'opera, dei nomi dell'autore, dell'editore e, se si tratti di traduzione, del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull'opera riprodotta.

Come si evince dal primo comma, le utilizzazioni libere previste sono il riassunto, la citazione e la riproduzione di singole parti. Poiché si fa riferimento esplicito a singole parti, un'interpretazione largamente diffusa del testo prevede che la citazione o la riproduzione interessino porzioni piccole rispetto all'intera opera. Ad esempio, con riferimento alla riproduzione di trenta righe di un libro di 1000 pagine, certamente si può parlare di citazione, mentre, sempre nel caso della riproduzione di trenta righe, se queste sono parte di un articolo di un blog, probabilmente non ne costituiscono una porzione minima e non si rientra nell'utilizzazione libera.

La definizione data dalla legge, con l'ausilio dell'interpretazione presentata, si adatta bene al caso di opere testuali, mentre genera notevoli problemi nel caso di opere di altro tipo: l'esempio tipico è quello delle fotografie, delle quali, in genere, non è possibile riprodurre solo una piccola parte senza effettuare una mutilazione dell'opera (e rischiare di incorrere nella violazione del diritto morale all'integrità). Per tali fattispecie, purtroppo, la legge non è chiara ed è necessaria una valutazione caso per caso.

Avendo visto, nei limiti del possibile, quali sono le utilizzazioni libere, vediamo ora quali condizioni debbono sussistere per potervi ricorrere. La prima condizione è che lo scopo sia di critica, di discussione, didattico o scientifico (cfr. commi 1 e 1 bis) e che la porzione riprodotta non sia più grande di quella strettamente necessaria per tali scopi. Un'altra condizione, riportata nel comma 3, che costituisce una diretta conseguenza del diritto morale alla paternità dell'opera, è che, contestualmente alla riproduzione o citazione, si faccia menzione del titolo dell'opera, del nome dell'autore, dell'editore e, eventualmente, del traduttore.

L'ultima condizione è che non vi sia scopo di lucro e questa, soprattutto nel caso dei siti web, genera non pochi problemi interpretativi. Non sempre è facile, infatti, distinguere se un'utilizzazione sia fatta a scopo di lucro oppure no: il caso tipico, di cui molto si è discusso e si discute, è quello dei siti web che mostrano banner pubblicitari. In tal caso, supponiamo che sul sito sia presente, per fini di discussione o didattici, la riproduzione, liberamente e gratuitamente accessibile, di una parte di un'opera protetta: tale riproduzione, di per sè, non può essere considerata avente finalità commerciale, poiché è resa disponibile gratuitamente, tuttavia può essere considerata a scopo di lucro in modo indiretto, dal momento che attira visitatori sul sito, nel quale vi sono banner pubblicitari, che generano all'autore un profitto (seppur minimo). Anche in questo caso, purtroppo, nessuno è in grado di dire con esattezza se un tale utilizzo rientri in quelli previsti dal citato articolo 70 oppure no.

Nel prossimo articolo sull'argomento, proseguiremo il discorso sulla possibilità di utilizzare le opere di altri senza lederne i diritti e vedremo come fare dal punto di vista pratico.

A presto.

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