sabato 21 marzo 2009

Aspetti fiscali di un sito web - Google Adsense (nuovo contratto)

Come annunciato da tempo, finalmente mi accingo a scrivere in merito alle nuove condizioni contrattuali del programma di affiliazione Google Adsense. Le nuove condizioni, in particolare il fatto che la controparte contrattuale non è più Google Inc. (con sede negli USA) ma Google Ireland Limited (con sede in Irlanda), potrebbero, infatti, determinare delle variazioni in merito all'applicabilità dell'imposta IVA.

Poiché la territorialità dell'imposta IVA è, a detta di molti commercialisti, quanto di più complesso esista nel diritto tributario italiano, prima di procedere, ritengo opportuno rinnovare ai lettori l'invito (già espresso nei post precedenti su argomenti simili) a considerare queste mie note soltanto come uno spunto di riflessione e a rivolgersi al proprio consulente di fiducia per la corretta applicazione delle norme.

Andiamo per ordine: innanzitutto, l'Imposta sul Valore Aggiunto, come è stabilitò dall'art. 1 della legge n. 633 del 1972 (cosiddetta Legge IVA), si applica "sulla cessione di beni e le prestazioni di servizi, effettuate nel territorio dello Stato (italiano, ndr) nell'esercizio di imprese o nell'esercizo di arti e professioni e sulle importazioni da chiunque effettuate". Condizione necessaria per l'applicazione dell'imposta, quindi, è che le prestazioni avvengano in territorio italiano.

Nel caso in cui il venditore (o prestatore) e il cliente siano entrambi soggetti italiani e lo scambio avvenga in Italia, l'imposta certamente si applica. Esistono, tuttavia, dei casi in cui è difficile stabilire se la prestazione avvenga in territorio italiano o no, come, ad esempio nel caso in cui un soggetto italiano offra un servizio ad un cliente straniero lavorando a distanza: in tal caso, il lavoro è stato portato avanti in Italia, ma si è beneficiato di esso all'estero.

Per (tentare di) risolvere casi del genere, si deve far riferimento all'art. 7 della legge IVA, rubricato, appunto, Territorialità dell'imposta, che stabilisce in quali casi la cessione di un bene o la prestazione di un servizio debba intendersi effettuata in territorio Italiano.

Poiché noi stiamo offrendo un servizio a Google Ireland Limited, che ha sede in Irlanda, quindi nella Comunità Europea, dobbiamo far riferimento al comma 4 lettera e del citato art. 7, che recita:

le prestazioni [...] rese a soggetti domiciliati o residenti in altri Stati membri della Comunità economica europea, si considerano effettuate nel territorio dello Stato quando il destinatario non è soggetto passivo dell'imposta nello Stato in cui ha il domicilio o la residenza

Poiché Google Ireland Limited è passivo di imposta in Irlanda, quanto disposto non si applica, quindi, ad una interpretazione letterale della norma, sembra che le prestazioni nei suoi confronti siano esenti da IVA.

Una tale interpretazione sarebbe inoltre confortata anche dal fatto che Google non effettua rimborso IVA, come si legge nel regolamento di Adsense per i publisher italiani, al punto 12.9:

Lei dovrà pagare tutte le imposte o gli oneri applicati da qualsiasi entità governativa in relazione alla Sua partecipazione al Programma. Google non effettuerà alcun rimborso IVA nei Suoi confronti.

Ho letto su alcuni forum che, nel caso di publisher residenti in Irlanda, Google si impegni a rimborsare l'IVA; tuttavia, al momento in cui scrivo, nella pagina di registrazione ad Adsense, se, come proprio paese, si seleziona l'Irlanda, appare una versione del contratto in cui la controparte è ancora Google Inc. e inoltre non si fa cenno alla faccenda del rimborso IVA.

Per il momento, questo è quanto ho potuto dedurre dalla lettura del nuovo contratto, tuttavia, visto che l'argomento è piuttosto controverso, anche tra gli addetti ai lavori, continuerò ad indagare e, in caso di novità, tornerò a scrivere; suggerimenti, precisazioni, osservazioni e critiche sono sempre estremamente graditi.

A presto.

7 commenti:

  1. Ciao mi chiamo Ilaria.
    Non sono molto competente in materia. Anzi non lo sono proprio.

    Quello che vorrei sapere è se con il nuovo contratto google le imposte potrei pagarle con il 730 nella voce redditi diversi. Attualmente tutti affermano che per guadagnare e non essere evasori bisogna essere in possesso di p.iva.

    Con il nuovo contratto cambierebbe qualcosa?
    Ciao grazie.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Ciao, grazie della visita e del commento.

    Premetto subito che al momento, sulla faccenda di Adsense e, in generale, di tutti i programmi di affiliazione, gli organi ufficiali (Agenzia delle entrate, ministero delle finanze, ecc...) non si sono pronunciati, quindi, al momento, nessuno può dire con sicurezza se occorra o no la partita IVA. Tutto ciò che si legge in giro (compreso il mio blog) è solo frutto di riflessione di persone che hanno approfondito la questione per conto loro.
    Di questi, alcuni sono giunti alla conclusione che bisogna avere la partita IVA, altri no.

    Io sono giunto alla conclusione (ma non ho assolutamente pretesa di certezza) che se un sito è amatoriale, non si rientri in un'attività imprenditoriale, quindi la partita IVA non serva, ma questa è solo la mia opinione.

    I motivi per cui sono giunto a tali conclusioni, in realtà, non riguardano il nuovo contratto di Adsense, ma proprio le caratteristiche intrinseche dei programmi di affiliazione, come ho spiegato nei tre post, che ti invito a leggere, di cui di seguito riporto i link:

    primo post
    secondo post
    terzo post
    Inoltre, ti consiglio anche di leggere questo post della dr.ssa Elena Trombetta (è una commercialista, quindi sicuramente più autorevole di me) che ugualmente sostiene che per Adsense non serva la partita IVA.

    Per tornare alla questione iniziale sul nuovo contratto, in effetti, leggendo l'art. 7 della legge IVA sembra proprio che le prestazioni che noi rendiamo a Google siano esenti da IVA e questo taglierebbe la testa al toro. Purtroppo, però, quasi in concomitanza con il nuovo contratto, a febbraio scorso c'è stata una sentenza della Corte di Giustizia UE, che fa delle affermazioni sul luogo di utilizzo delle prestazioni pubblicitarie che rimettono tutto in discussione.

    Io ho appreso di questa sentenza da alcuni forum, ma ancora non ho avuto tempo di leggerla. Conto di farlo quanto prima e di postare qui le mie opinioni in merito.

    Mi rendo conto di non averti dato la risposta che cercavi, ma temo che, fino a quando chi di dovere (Agenzia delle Entrate) non si pronuncerà ufficialmente, risposte certe non ne troverai.

    Prima di fare qualunque scelta, ti consiglio comunque di parlarne anche con il tuo commercialista di fiducia.

    A presto

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  4. Invece mi hai dato una completa risposta.
    Il problema è che avrei bisogno di un commercialista he ne capisca... cioè capisca cosa sia Google Adsense.
    Altrimenti potrebbe fare confusione e indicarmi una strada sbagliata.

    Allora diciamo che la pensi come te e la Dott. Trombetta, mi basterebbe dichiararli in redditi diversi?
    Solo che non ho capito se la voce lavori occasionali andrebbe bene.

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  5. Secondo me non si tratta di redditi da lavoro occasionale, ma di "redditi derivanti da assunzione di obbligo di fare, non fare, permettere": credo che ci sia una voce apposita nel quadro RL.

    La penso così perché, aderendo ad Adsense, noi in realtà non stiamo svolgendo un lavoro, ma semplicemente concediamo alcuni spazi del nostro sito a Google, il quale ne fa quello che vuole. Una volta che noi abbiamo copiato il codice Javascript dove vogliamo che compaiano i banner, tutto il resto lo fa Google e noi non facciamo più nulla.

    Ovviamente non ho pretesa di certezza, quindi ti invito sempre a non prendere per oro colato tutto quello che dico :-)

    A presto

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  6. Ok grazie mi sei stato di grande aiuto.
    Domani faro vedere quello che hai scritto tu e la dott Trombetta ad un amico di mio padre commercialista...anche se non mi fido più di tanto...

    Un'ultima domanda, forse un pò banale, inserendoli in redditi derivanti da assunzioni... come saprò se ho fatto bene o fatto male?
    Grazie di tutto.

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  7. Domani faro vedere quello che hai scritto tu e la dott Trombetta ad un amico di mio padre commercialista...anche se non mi fido più di tanto...Direi che è una buona idea: affinché il commercialista possa trovare il giusto inquadramento spiegagli bene come funziona tecnicamente Adsense.

    Un'ultima domanda, forse un pò banale, inserendoli in redditi derivanti da assunzioni... come saprò se ho fatto bene o fatto male?Purtroppo non possiamo saperlo finché non ci sarà (se mai ci sarà) un documento ufficiale che dica come vanno inquadrati i guadagni da programmi di affiliazione.

    Se vuoi, fammi sapere che cosa ne pensa il tuo amico commercialista.

    A presto

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